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Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Disturbi di apprendimento La Spezia

«Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l’intera vita a credersi stupido». (A. Einstein)

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento, indicati convenzionalmente con l’acronimo DSA, consistono nella compromissione di una o più abilità specifiche riguardanti le competenze che il bambino acquisisce durante i primi anni della scuola primaria, relativamente alle capacità di lettura, di scrittura e di calcolo. In Italia, si stima che il 3-5% della popolazione in età scolare presenti un DSA (almeno 1 bambino per classe, nella scuola primaria) e che, solo l’1% dei casi vengano riconosciuti come tali.

Durante il percorso scolastico, sono numerosi i bambini ed i ragazzi che incontrano, in differenti momenti e con differenti specificità, difficoltà negli apprendimenti della lettura, scrittura e/o nell’aritmetica. Tali problematiche possono emergere con diversi livelli di severità, incidendo negativamente sul rendimento scolastico globale del soggetto, e provocando, frequentemente, significativi problemi di adattamento e di autostima. Il disagio psicologico generato dalle difficoltà scolastiche facilita nel bambino sia la comparsa di reazioni emotivo- affettive tese a mascherare tali problematicità (per compensare i sentimenti d’inferiorità e/o di diversità provati nei confronti dei compagni di classe che non presentano difficoltà), sia la messa in atto di strategie di adattamento (di tipo difensivo) mirate a defocalizzare l’attenzione dei compagni e degli insegnanti dalle proprie problematicità (tali atteggiamenti sono spesso interpretati dagli adulti come comportamenti di scarso impegno, e/o di svogliatezza).

E’ di fondamentale importanza definire con chiarezza la differenza che intercorre tra difficoltà di apprendimento e Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA). Nel primo caso si fa riferimento a qualsiasi tipologia di difficoltà generica che lo studente può incontrare in ambito scolastico, mentre nel secondo caso, si vuole indicare la presenza di un deficit significativo e specifico in un particolare ambito dell’apprendimento, indagato ed emerso attraverso un percorso psicodiagnostico effettuato da un clinico (psicologo, neuropsichiatra infantile).

I DSA si presentano come disturbi nei quali le consuete modalità di acquisizione delle capacità di letto-scrittura e di calcolo sono alterate già nelle fasi iniziali dello sviluppo del bambino e che emergono con l’incremento delle richieste in ambito scolastico e, quindi, con l’aumentare del carico di risorse cognitive che il bambino deve impiegare per far fronte ai nuovi apprendimenti. All’interno del Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM-5), testo scientifico internazionale di riferimento, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono collocati all’interno dei Disturbi del Neurosviluppo, e ad ognuno di essi è associato un codice alfa numerico univoco:

  • Disturbo specifico della lettura (315.00-F81.0)
    Esso, comunemente denominato in Italia con il termine Dislessia, si caratterizza per la difficoltà ad effettuare una lettura accurata e fluente in riferimento sia alla velocità , sia alla correttezza. La Dislessia si ripercuote, frequentemente, sulla comprensione del testo letto.
  • Disturbo specifico dell’espressione scritta (315.2-F81.81)
    Esso può esprimersi sia come disturbo specifico che riguarda la componente costruttiva della scrittura, consistente nell’incapacità a scrivere in modo corretto, compiendo numerosi errori (comunemente denominata Disortografia), sia come disturbo che riguarda la componente esecutiva, grafo-motoria della scrittura manifestandosi con una significativa difficoltà a scrivere in modo fluido e leggibile (comunemente definita Disgrafia).
  • Disturbo specifico delle abilità aritmetiche (315.1-F81.2)
    Esso, comunemente denominato Discalculia, indica il disturbo nella manipolazione dei numeri, nell’eseguire calcoli rapidi a mente, e nei differenti compiti aritmetici.

I criteri fondamentali per stabilire una diagnosi di DSA sono quelli della specificità e della discrepanza. Il primo criterio sottolinea come il disturbo debba interessare un domino specifico di abilità in modo significativo e circoscritto mentre il secondo pone in evidenza la necessità che vi sia una discrepanza significativa tra l’abilità deficitaria (per l’età e la classe frequentata) ed il funzionamento intellettivo globale del soggetto, che deve risultare intatto (Cornoldi, 2007).

E’ necessario specificare che, seppur il dibattito a livello di comunità scientifica in riferimento all’eziologia dei DSA sia in costante evoluzione, le possibili cause dei DSA siano da ricercarsi in disfunzioni a livello neurobiologico, interferenti, a diversi livelli, con i normali processi di acquisizione della lettura, scrittura e del calcolo. Naturalmente, i fattori ambientali rappresentati dai contesti scolastico, familiare e sociale intrecciandosi con quelli di tipo biologico possono contribuire a definire un maggiore o un minore livello di problematicità dei DSA (Marotta e Varvara, 2013).

Sulla base della Consensus Conference - Raccomandazioni per la Pratica Clinica (CC-RPC-2007), del successivo Panel di revisione del 2011 (Raccomandazioni Cliniche sui DSA - Risposte ai quesiti) e del documento della Consensus Conference sui DSA (CC-ISS-2011) a cura dell’Istituto Superiore di Sanità sono state definiti alcuni aspetti centrali per la pratica clinica dei DSA. Inoltre, con la Legge Ottobre 2010 n.170, i DSA sono definiti con valore legislativo come specificato nelle Linee Guida sui DSA (allegate al Decreto Ministeriale del 12 Luglio 2011). Dall’analisi sintetica dei documenti sopra citati emergono con chiarezza alcuni aspetti di fondamentale importanza riguardanti la terminologia, la definizione, l’individuazione, la diagnosi e l’intervento sui DSA. In quest’ottica, occorre mettere in evidenza alcuni punti essenziali:

La diagnosi di DSA può essere effettuata dall’ASL di riferimento oppure da un’équipe privata multidisciplinare, composta da neuropsichiatra infantile, psicologo e logopedista. Questa seconda possibilità è regolamentata a livello regionale in modo differente. Per ciò che riguarda la Regione Liguria, ogni anno viene aggiornato l’elenco di professionisti accreditati a svolgere attività di diagnosi e di certificazione di DSA per la scuola. Tale lista è liberamente consultabile sul sito www.arsliguria.it.

Di fronte alla rilevazione di una difficoltà o all’esito di una valutazione clinica diagnostica che indichi la presenza di un Disturbo specifico dell’Apprendimento (per Dislessia e Disortografia possono essere emesse diagnosi a partire dalla II classe della scuola primaria; per Disgrafia è possibile porre diagnosi tra la II e la III classe della scuola primaria e per la Discalculia alla fine della III classe della scuola primaria) è necessario che i differenti contesti di vita del soggetto (scuola, famiglia, studio privato di psicologia o Asl) mettano in atto interventi ed attività in modo sinergico volti ad aiutare il soggetto: la gestione dei DSA necessita di una presa in carico a livello didattico e psicologico in modo da attivare tutte le possibili risorse del soggetto e far fronte al disturbo diagnosticato.

In quest’ottica, la scuola svolge un ruolo determinante perché è chiamata a porre in essere tutte le possibili strategie didattiche per facilitare l’acquisizione delle competenze scolastiche nei soggetti con DSA, attraverso metodologie e strategie che stimolino il soggetto ad apprenderle con modalità adatte in riferimento al bambino e al suo specifico disturbo.

«Se non imparo nel modo in cui tu insegni, insegnami nel modo in cui posso imparare» (Anonimo)

Sulla base della diagnosi e della certificazione di un DSA e alla formulazione di un PDP (Piano Didattico Personalizzato) da parte della scuola (condiviso anche dalla famiglia e dallo psicologo) è possibile, da parte degli insegnanti, utilizzare strumenti compensativi e dispensativi specifici per l’alunno con DSA, proprio per creare un percorso chiaro ed efficace, costruito ad hoc per superare il disturbo del soggetto e fornirgli l’opportunità di apprendere tenendo conto dei propri stili cognitivo e di apprendimento (Stella e Grandi, 2011).

E’ utile e necessario che il clinico valuti l’efficacia delle Funzioni Esecutive (FE: attenzione, memoria di lavoro, memoria a breve termine), intese come substrato agli apprendimenti e frequentemente efficienti in modo parziale nei soggetti con DSA. Nel caso di fragilità nelle FE, sono utili training specifici proposti dal clinico (che la famiglia può effettuare a casa, anche tramite software specifici) per stimolare positivamente la performance delle FE eventualmente deficitarie.

In ultimo, ma non per importanza, è bene ricordare che è possibile da parte del clinico emettere una diagnosi di DSA solo ed esclusivamente se il disturbo/i non sia una conseguenza di condizioni mediche, fisiche e/o riconducibile a situazioni di compromissione intellettiva: il soggetto con DSA ha un’intelligenza pienamente nella media, per cui i professionisti che si occupano del bambino devono attivarsi per comprendere le modalità di apprendimento maggiormente idonee per il soggetto.

Bibliografia

American Psychiatric Association (2013), Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Raffaello Cortina Editore, Milano.
Cornoldi, C. (2007), Difficoltà e disturbi dell’apprendimento, Il Mulino, Bologna.
Marotta, L., Varvara, P. (2013), Funzioni esecutive nei DSA. Disturbo di lettura: valutazione e intervento, Erickson, Trento.
Stella, G., Grandi, L. (2011), La Dislessia e i DSA, Giunti, Firenze.
Vio, C., Lo Presti, G., Tressoldi, E. (2022), Diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, Erickson, Trento.

Approfondisci le tematiche legate ai DSA

www.tuttodsa.it
www.airipa.it (Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella Psicopatologia dell’Apprendimento)
www.aiditalia.org (Associazione Italiana Dislessia)
www.erickson.it (Risorse e strumenti per DSA).

Dott. Matteo Solari
Psicologo Psicoterapeuta a La Spezia

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